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Pizia, l’oracolo di Delphi

oracolo di Delphi

L’oracolo di Delphi, il più antico e forse il più conosciuto.

Il più famoso oracolo dell’antica Grecia, ma anche il più potente. Veniva interpretato, interrogato nel più classico dei modi. I greci erano soliti recarsi presso l’oracolo, a Delphi, nel tempio di Apollo.

Vicino al golfo di Corinto, risalente all’età Micenea, prima di ogni oracolo, il consultante doveva offrire un dono in natura. Pagato un obolo il cui ammontare dipendeva dalla sfera di interesse del consulto, privato o pubblico, si aveva accesso all’oracolo.

A seguito veniva effettuato un sacrificio di sangue, di solito veniva immolata una capra, e dopo aver posto sull’altare un’altra parte di un altro animale, spesso le interiora, si poteva procedere con l’oracolo.

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L’oracolo di Delphi nella realtà ellenica

Gea, la madre Terra, insieme a Pitone, suo figlio, sorvegliavano e tenevano sotto stretto controllo il tempio. Ma il Dio Apollo, armato di un arco forgiato dalla fucina di Efesto, riuscì a sconfiggere Pitone e a liberare quindi il tempio, diventandone il protettore. L’oracolo di Delphi e il suo tempio fu quello più duraturo e più famoso di tutta la Grecia. Antichi combattenti erano soliti chiedere profezie a Pizia, mentre giovani innamorati lo interrogavano per capire come meglio ottenere le grazie dell’amata.

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Pizia e la capacità di prevedere il futuro

Dopo le offerte rituali e il pagamento dell’obolo richiesto, Pizia beveva acqua dalla fonte divina e acquisiva così la capacità di vedere nel futuro. I sacerdoti spruzzavano dell’acqua fredda su un animale, spesso un capretto che se non reagiva veniva interpretato come un presagio oscuro e l’oracolo non aveva luogo. mentre se il capretto reagiva in qualche modo, veniva bruciato su un altare e l’oracolo poteva aver luogo. La cerimonia era complessa e richiedeva tempo. Spesso le file davanti al tempio erano così lunghe da essere viste da lontano, come fosse un serpente che si estendeva fino ai piedi del tempio.

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